come sarebbe potuto essere altrimenti?
Stiamo parlando del Museo della Tecnica Elettrica, che fa parte del, purtroppo, poco conosciuto Sistema Museale dell'Univesità di Pavia.
Ai piedi delle colonne saturnee che reggono la struttura (decisamente appropriata al tema) si trova ogni sorta di meraviglia che funziona con la tecnologia che ha cambiato lo stile di vita al mondo intero: l'elettricità. Dal più piccolo transistor alla gigante ruota di un motore da nave, passando per ogni tipo di telefono, radio, telegrafo, ci si perde nei meandri di un passato prossimo affascinante.
E quando si è stanchi non c'è niente di meglio delle panche del tram zoppo (un carrello è stato asportato per poter essere esposto) parcheggiato nel museo dopo il suo arrivo da Milano, dove ha prestato servizio dal 1928.
Completo di illuminazione e accesso al posto del conducente, da cui è possibile - è vietato, non fatelo! - suonare persino il campanello che ha fatto scostare dai binari migliaia di pedoni, ciclisti e macchine evitando loro una prematura macellazione.
Chi ha le dita più disarticolate non potrà certo trattenersi dal pigiare ogni pulsante, ruotare ogni leva, provare due telefoni collegati a un centralino (quelli dei nonni, con la rotella: trr... trrtrrtrr... trr...). Insomma, si impara, si torna un po' bambini, ci si stupisce e meraviglia. Sarà forse il caso di pubblicizzarlo meglio?
Per chi è in batteria il museo si trova in Via Ferrata, dietro al polo scientifico ("la Nave" per chi mastica l'universitese) dell'Università di Pavia.
Le foto le trovate anche su questo album di Flickr
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